LA DISFUNZIONE DEL RETTILE - secondo atto - città Agrigento - Imperia Trasgressiva

LA DISFUNZIONE DEL RETTILE - secondo atto - città Agrigento - Imperia Trasgressiva

LA DISFUNZIONE DEL RETTILE - secondo atto - città Agrigento

Quella sera ho atteso che uscisse, era ancora più bella del solito. I capelli ricci e nerissimi incorniciavano un viso fresco con labbra carnose evidenziate dal rossetto. Il corpo snello, ma arrotondato da seni abbondanti e fianchi generosi, mostrava due gambe lunghe e lisce, appena protette da una minigonna, calze a rete nere e scarpe con tacchi a spillo. Indossava un giubbotto di jeans sapientemente sbottonato e la mano sinistra stringeva una piccola borsa a tracolla come per difenderla dai malintenzionati. Passeggiava ancheggiando, quasi galleggiasse sul marciapiede, e proseguiva lentamente, come se volesse farsi notare. In effetti, era impossibile non notarla. Subito dopo, si è fermata davanti ad un negozio ed è scomparsa. Io ero molto distante, così ho corso un po' temendo di averla persa di vista. All'improvviso, è sbucata da un angolo. Forse si era accorta che la seguivo.
- Hey bello, cerchi me? Ce li hai i picci?
Avevo il cuore in gola e la fissavo con sorpresa ed imbarazzo.
- Se ne hai tanti, ma proprio tanti, mi puoi trovare proprio qui. Mi chiamo Miriam... ciao bello...
Sull'insegna era scritto "Centro benessere maschile". Lei ha sorriso, si è girata ed è scomparsa dietro la porta.
Da allora, ho sognato Miriam ad occhi aperti, di notte, di giorno, sempre. Per due settimane, ho risparmiato su tutto ed ho eseguito dei piccoli prelevamenti Bancomat per non destare sospetti nei miei genitori (vivo ancora a casa loro).
Quando il denaro raccolto è diventato una bella sommetta, mi sono fatto trovare con mezz'ora di anticipo davanti al negozio, con un vistoso mazzo di fiori.
E' arrivata venti minuti dopo, sempre bellissima e sexy come una Venere del peccato. Si è accorta subito di me e mi ha dato la mano sorridendo.
- Ciao bello... i fiori sono per me?
- Ce-certo... io...
Li ha presi e mi ha baciato teneramente sulle guance. E dico baciato davvero, perchè avevo i segni del rossetto e me li ha puliti lei con un Kleenex.
- Grazie, sei un uomo merce rara di questi tempi. Ma sei sicuro di potertelo permettere?
- Sì... ho risparmiato molto. Ecco, se lei permette... per tutta la notte...
Le ho dato la busta e Miriam ha scosso la testa.
- Aspetta qui...
Senza finire la frase, si è allontanata entrando e chiudendo la porta del salone di bellezza. Fissavo la porta di vetro scuro e le tempie mi pulsavano. Anche la minchia pulsava, era rigida e sembrava voler lacerare i pantaloni.

CONTINUA

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